Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/334

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TERZO 2^3 XXVII. Questi furono i sovrani che signoreggiaron l’Italia nello spazio di poco oltre a due secoli, che in quest’epoca abbiam compreso. Tra essi alcuni ve 11’ebbe principi di 10 stesso Tritemio, il fatto così si narra (Vol. 1,p. 103) all’anno g5y s Anno praenotato venerunt Legati gentis Russorum ad Imperatorem magnum Ottonem , postulantes sibi dari aliquem virum doctum qui eos viam veritatis in fide Christi doceret, et praesulatum more. Christianorum inter illos susciperet. (Quibus imperator justia petentibus facile consentiens Adelbertum quemdam monachum Coenobii Corbejensis in Saxonia virum doctum et sanctum exhibuit, eumque prius ordinari, fecit episcopum, hac deinde cum Legatis in Russiam apostolum destinavit, qui multos in terra Russorum , sive Ruthenorum ad fidem Christi exemplo convertit simul et verbo, a quibus tamen postea multas injurias sustinuit, et vix manus non credenti uni paganorum evasit. Egli è evidente che nella prima edizione è corsa per errore la voce Tuscorum invece di quella di Russorum , e che qui si parla di un popolo ancor idolatra, il che non si può intendere della Toscana. In fatti anche il Mabillon parla (Ann. Ord. S. Bened. t. 3, p. 55 r, ed. Paris. 1706) di questa spedizione fatta dal monaco Adelberto in Russia, e cita l’autorità di Lamberto scafnaburgese autore del XII secolo, benchè accenni insieme che altri il dicon mandato non nella Russia, ma nella Rugia; ma della Toscana ei non fa pure un motto. « L tanto fa lungi che Ottone dalla Germania mandasse alcuno ad istruir gl’italiani, che anzi troviamo notizia di un Italiano da lui chiamato ad istruir la Germania. Egli è quel Gunzone di cui abbiamo due Lettere pubblicate una dal P. d’Achery (Spicil. t. 1, p. 437), l’altra da’ PP. Martene e Durand (Collectio ampliss, t. 1, p. 2g4i ec-)’ Dalla prima di esse raccogliesi ch’egli era diacono della chiesa novarese, perciocchè egli si nomina Gunzo Novariensis Ecclesiae Levitarum extimus , e ch’era uomo nelle materie canoniche versato Tiraboschi, Voi. ìli. 18