Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/348

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TERZO 287 apostolico al sinodo di Aquisgrana celebrato l’anno 789, e a lui si dovettero singolarmente i decreti che vi si fecero, perchè i beni ecclesiastici usurpati da alcuni si rendessero alle lor chiese. Trovossi pure a’ due sinodi tenuti il primo a Ratisbona l’anno 792, l’altro in Francfort l’anno 794 contro le eresie di Felice vescovo di Urgel e di Elipando vescovo di Toledo, contro de’ quali ancora egli scrisse poscia un’opera di cui or ora farem menzione. Un sinodo raccolse egli pure l’anno 796 in Cividal del Friuli, ove co’ suoi suffraganei pubblicò molti decreti alla conservazion della Fede e alla riforma de’ costumi assai opportuni; e un altro pure ne tenne in Altino nella stessa provincia del Friuli l’anno 803. Carlo Magno ed Alcuino aveanlo in sì grande stima, che qualunque rilevante dubbio si offrisse, a lui chiedevanne la soluzione. Per comando di Carlo egli scrisse gli accennati libri contro gli errori di Felice e di Elipando. A lui pure si rivolse Alcuino, perchè scrivesse intorno a’ riti del battesimo, su’ quali eran nate parecchie quistioni. L’espressioni che Alcuino usa scrivendogli, ben ci fanno conoscere in qual concetto ei l’avesse: Tuum est, dic’egli, o pastor electe gregis, et custos portarum civitatis Dei, qui clavem scientiae potente dextera tenes, et quinque lapides limpidissimos laeva recondis, blaspheniantcs ex\ rdtum Dei viventis Philistaeos in superbissimo Goliath uno veritatis ictu totos conterere.... Ad te omnium aspiciunt oculi, aliquid de tuo affluentissimo eloquio coeleste desiderantes audire, etJèivcnlissimo sapientiae