Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/383

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XXIII. Noticie di tre scrittori sacri siciliani. 322 LIBRO XXJ3I. Voglionsi rammentare per ultimo tre Siciliani che in questi tempi furono col loro sapere di ornamento alla Chiesa. Il primo è Epifanio diacono della chiesa di Catania, che da Tommaso arcivescovo di Siracusa fu deputato in suo nome al secondo general Concilio niceno l’an 787, e di cui abbiamo ancora negli Atti di questo sinodo un lungo discorso in difesa del culto delle sagre immagini. L’altro è S. Metodio patriarca di Costantinopoli. Egli era natio di Siracusa, e nella sua patria fu educato e istruito negli studi, come a nobile e ricco giovane si conveniva; quindi passato a Costantinopoli, e abbracciata la vita monastica, molto vi ebbe a soffrire pel culto delle sagre immagini dagl’imperadori Michele il Balbo e Teofilo. Fu ancora per qualche tempo a Roma colla carica di apocrisario del patriarca Niceforo; e finalmente eletto patriarca di Costantinopoli adoperossi felicemente a combattere ed atterrare l’eresia degl’iconoclasti, finchè dopo aver tenuta li sede per circa cinque anni morì l’anno 847. Di lui abbiamo alcune sacre orazioni scritte in greco, e alcuni canoni, delle quali opere e di altre cose che a lui appartengono, veggansi fra gli altri il celebre Leone Allacci (Diatr. de Methodior. scriptis) e il P. Ceillier (Hist. des Aut. eccl. t. 18, p. 694, ec.). L’ultimo è Pietro che dalla sua patria ebbe il soprannome di Siculo, il quale dall’imperador Basilio mandato l’anno 871 nell’Armenia, avendo ivi trovati molti infetti dell’eresia de’ Manichei, e avendone investigata l’origine e la natura, scrisse una storica narrazione che ancor ci