Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/405

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344 LIBRO autore fu coetaneo (di Leone; e più diffusamente ancora espressa dall’Anonimo salernitano di amendue più antico (ib. t. 2, pars 2, p. 179, ec.), il quale gran cose innoltre aggiugne (ib. p. 194) delle virtù religiose di ogni maniera da Paolo esercitate nel monastero. Alquanto meno inverisimile sembra il racconto di Romoaldo salernitano, scrittore esso pure del XII secolo, ma posteriore a Leone di parecchi anni. Ei non fa motto nè di congiura da Paolo ordita contro di Carlo, nè di supplicio alcuno da Carlo a lui minacciato; ma solo narra (ib. vol. 7, p. 150) che Paolo più volte pregato da Carlo , acciocchè, dimenticando il suo antico signore, a lui si stringesse con fedeltà ed amore , non volle piegarsi giammai, e amò meglio di sofferire l’esiglio, che di servire a colui che teneva cattivo il suo re Desiderio; che perciò rilegato in un’isola , fu poscia chiamato alla sua corte da Arigiso principe di Benevento. VI. L’autorità di tutti questi antichi scrittori sembra che appena ci lasci luogo a dubitare del lor racconto. E Leone singolarmente vissuto nel monastero stesso di Monte Casino , e che all’occasione di scriverne la Storia dovea certo aver ricercate tutte le antiche memorie di esso, pare che debbasi credere ben istruito in tutto ciò che apparteneva alla vita e alle vicende di Paolo. Nondimeno convien confessare che tutti questi scrittori son di tre secoli almeno posteriori a Paolo, trattone l’Anonimo salernitano che credesi vissuto al. fine del x secolo, e che viveano in tempo in cui le storie de’ secoli trapassati erano stranamente guaste, e sparse in