Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/433

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3^2 unno Egli è un uom finalmente (di cui non v’ebbe il più erudito, perciocchè veggiamo da lui citati autori sconosciuti ad ogni altro. (Pentesileo, Marpesio, e il re Tolomeo filosofi degli Egi ziani Macedoni (l. 4, c. 4)} Castorio, Lolr liano , e Àrbizione filosofi de’ Romani; e Aitanarido , Eldebaldo, Marcomiro, e Castorio filosofi de’ Goti (l. c. 42)} Cincri e Blantasi Egiziani (l. 3, c. 2)5 Geone e Risi filosofi africani (l. 3, c. 12), ed altri a lor somiglianti, ecco i famosi scrittori a cui questo autore appoggia le sue esatte ricerche; scrittori ch’egli solo ebbe la sorte di aver tra le mani, e che prima e dopo di lui svanirono interamente fino a perdersene il nome e la ricordanza; ossia, a parlare più chiaramente, scrittori che non mai furono al mondo, e da lui finti a capriccio. Or un tale autore merita egli che ci affatichiamo a cercarne più esatta contezza? Sia egli dunque vissuto al vii, all’ vili, o, come altri pensano più probabilmente, al ix, o al x secolo, o anche più tardi; sia egli lo stesso che Guido prete di Ravenna , di cui sappiamo che alcune opere storiche avea composte, o sia un altro da lui diverso; sia ella questa l’opera qual fu da lui scritta, o ne sia un solo compendio, a me poco monta, poichè chiunque egli sia, ei non è che un misero copiatore, come gli altri hanno osservato, della carta Peutingeriana, e di qualche altro geografo più antico, e innoltre un ignorante impostore che conia e forma a suo talento autori e nomi, come meglio gli piace. Solo è certo che fu natio di Ravenna, com’egli stesso afferma (l. 4. c. 31). Chi nondimeno credesse