Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/523

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XXVII. Suo opere, 46a LIBRO loro abate. Dal che presa occasione alcuni di essi ch’erano per altre ragioni innaspriti contro del santo abate, il cacciarono con villanìa dal monastero l’anno 1111. Tornato ei dunque alla sua chiesa di Segni, la resse di nuovo con grande zelo lino all’anno 11 a3 in cui a’ 18 di luglio pose fine a’ suoi giorni, e fu poscia da Lucio III annoverato tra’ Santi. Tutte le quali cose si possono vedere più ampiamente distese e con opportuni argomenti provate dal sopraccitato P. Sollier. XXVII. Ciò che detto abbiam di Brunone, ci dimostra senz’altro ch’egli avea la fama di uno de’ più dotti uomini del suo tempo. Pruova ancora più chiara ne abbiamo nelle opere che di lui ci sono rimaste. Pietro Diacono ce ne ha lasciato un lungo catalogo (de Vir. ill. Casin. c. 34); e molte di esse sono state raccolte e con un’erudita dissertazione illustrate dal P. D. Mauro Marchesi monaco casinese l’an 1651 in due volumi in folio. Di questi il primo abbraccia i Comentarj da lui scritti su molti libri della sacra Scrittura; il secondo contiene molte Omelie attribuite già ad Eusebio Emisseno e ad altri Padri più antichi; varj trattati su diverse materie scritturali, teologiche e morali, in alcune delle quali ancora ei combatte gli errori de’ Greci, e i vizj che dominavano nella Chiesa; alcune Vite de’ Santi e alcune lettere, e finalmente sei libri intitolati delle Sentenze, ossia riflessioni o discorsi su diversi argomenti (‘). (*) Le Omelie, ossia il Comento sui Vangeli di S. Brunone vescovo di Segni è stato pubblicato, dopo la prima