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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/717

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G5G , libro a cui non si darà, io credo, la taccia di troppo pregiudicata a favor delle cose ecclesiastiche) di cui si vale Graziano , mostra ch’egli era un de’ più dotti uomini del suo tempo (Encyclop. t. 4, art. Decret). Egli è certo ciò non ostante che nell’opera di Graziano trovansi errori e inesattezze in gran numero. Le false Decretali vi si veggon recate come autentici monumenti; vi si veggon canoni supposti, o attribuiti ad autori di cui non sono; vi si citano Opere di SS. Padri che si hanno comunemente in conto di supposte. In somma la buona critica non ha troppo di parte in questa compilazione. Ma qual maraviglia Z In un tempo in cui sì scarsi erano e sì guasti gli esemplari de’ libri, e in cui niun dubitava della autenticità delle antiche Decretali, e delle Opere de’ SS. Padri, che or si han per supposte, come poteva Graziano schivar tali errori? L’autor francese del Dizionario degli Autori ecclesiastici, misero copiatore di Dupin e di Racine, e che dà a Graziano il gentil nome di moine ignorant, ci avrebbe egli data a quel secolo una miglior collezione? E nondimeno Graziano non fu semplice compilatore , nè copiator servile. Egli corresse alcuni errori in cui eran caduti i raccoglitori che l’aveano preceduto, come mostrano , oltre più altri, il P. Sarti (p. 269), e l’autore del sopraccennato articolo della Enciclopedia. Questi autori medesimi pruovano che la raccolta di Graziano da lui intitolata Decreto, o secondo altri, Concordia de’ Canoni discordanti, non ebbe mai l’approvazione espressa de’ papi, la quale sol fu data alle posteriori Raccolte delle