![]() |
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. | ![]() |
I
QUARTO 65y
questo interprete col nome latino Paucapalea: e
()nel primo codice si dice innoltre, che que’ canoni che veggonsi qua e là aggiunti a Graziano, e intitolati Paleae, della qual denominazione sì diverse cose hanno scritto diversi autori,
erano così detti dal nome di quegli che aveali
aggiunti, cioè di Pocapaglia. Queste Paglie però
non veggonsi, come osserva il medesimo P. Sarti, in alcuni più antichi codici di Graziano; il
che ci mostra ch’esse non ottennero mai quella
stima e quella considerazione medesima che
aveasi per l’opera di Graziano. Ma di questo,
chiunque egli si fosse, interprete e accrescritor
di Graziano non abbiamo altra notizia.
XXXVIII. Poche memorie ancora ci son rimaste di Ognibene, detto latinamente Omnibonus,
che è quel desso di cui il sopraccitato monaco
Alberico lasciò scritto , che prima di Graziano
avea fatta un’ampia Raccolta di Canoni, di cui
questi poscia erasi opportunamente giovato. Il
P. Sarti ha confutata egregiamente questa opinione (p. 268 , 282), mostrando che Alberico
ha confuso il monaco Graziano con Graziano
cardinale verso il principio del XIII secolo. Di
fatto Roberto dal Monte, scrittore assai più degno
di fede, dice (Access, ad Sigebert ad an. 1136)
che Ognibene fece un Compendio dell’opera di
Graziano, di cui era stato discepolo. Quindi congetturasi dal P. Sarti che questi fosse il primo
successor di Graziano nella cattedra del diritto
canonico, e che a lui poscia succedesse Uguccione vescovo di Ferrara, di cui parleremo nel
tomo seguente. Ciò che è certo, si è che Ognibene fu poi eletto vescovo di Verona, e tenne