Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/724

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ili Costantinopoli. Una celebre scuola di medicina abbiam veduto sorger tra noi, e col suo esempio eccitare le altre nazioni a non più trascurare un’arte sì vantaggiosa. Abbiam veduto per ultimo lo studio delle civili non meno che delle canoniche leggi rifiorire in Italia fra gli applausi del mondo tutto; stranieri d1 ogni provincia affollarsi a Bologna per esservi in esse istruiti; di là chiamati in Francia e in Inghilterra famosi giureconsulti, o a introdurvi o a riformarvi la giurisprudenza. Dopo tutto ciò, io lascio che ognun giudichi per se medesi ino, qual fede si debba a chi ci parla della letteratura italiana di questi secoli in sì ingiuriosa e sì sprezzante maniera.

Capo VIII.

Arti liberali.

I. Le memorie ne’ precedenti libri da noi raccolte ci hanno ae’evidenza mostrato che falsamente si è creduto e scritto da molti che le arti liberali, e la pittura singolarmente, fossero ne’ bassi tempi in Italia trascurate per modo, che non vi fosse alcuno che esercitar le sapesse. Or ci conviene continuarne le pruove, e ribattere insieme il più forte, o anzi l1 unico argomento a cui questa opinione era appoggiata. Anche in questi due secoli troviam pitture fatte in Italia, e le cronache de’ monasteri ce ne fanno certissima testimonianza. In quella del monastero di Cava pubblicata dal Pratillo (Hist.