Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo III, Classici italiani, 1823, III.djvu/87

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26 LIBRO da Matasunta figlia di Amalasunta e di Eutarico, volessero vendicare la morte di questa principessa, fan sospettare che per altri motivi egli abbandonasse la corte. La storia non dee dissimular cosa alcuna. La morte sì spedita di Amalasunta è un enimma difficile a sciogliere. Era egli Teodato abbastanza potente per sol concepirne il disegno? Cassiodoro che essendo da tanto tempo primo ministro di Stato, dovea certo avere più credito che un principe disprezzato e di fresco salito al trono, non dovea egli prender le opportune misure per impedir la disgrazia e la morte della figlia di Teodorico suo benefattore ed amico, di Amalasunta sua benefattrice ed amica ella pure? Debbo io dirlo? La morte di questa infelice reina sparge una cotal nuvola sulla vita di Cassiodoro, che mi fa pena. A me spiace, dappoichè ella è uccisa, vederlo ministro dell’uccisore. Io il vedrei volentieri ritirarsi allora nel Monastero Vivariense. Ma egli non si ritira che quando Giustiniano travaglia per suo interesse a vendicar la morte d’Amalasunta, e quando parte de’ Goti sembrano a tal fine con lui congiunti. Cassiodoro allora ritirossi a far penitenza. Io bramo ch’ei non ne avesse maggior motivo che non credesi comunemente. Così il sig. di Saint-Marc con questo affettato contegno di chi non vorrebbe pure, ma si mostra costretto a sospettare e a temere, ci dipinge coi più neri colori questo grand’uomo, e cel rappresenta come un ipocrita, un ingrato, un macchinatore e suggeritore de’ più atroci delitti. E con qual fondamento? La storia non