Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/117

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XVII. Il re Manfredi rende poscia l’Università a >affllt. <)6 I.IBRO il motivo per cui probabilmente Corrado venne in questo pensiero. Napoli erasi contro di lui sollevata, e gli convenne perciò assediarla nel i u5u, nè potè soggettarla se non dopo averla travagliata con durissima fame che costrinse finalmente i cittadini ad arrendersegli nel settembre, o nell1 ottobre dell’anno seguente Murat Ann. di tal. ad an. 1253). Per qual maniera egli allora trattasse i vinti Napoletani, lo abbiamo in una parlata da essi fatta nel seguente anno a Innocenzo IV, quando egli, dopo la morte di Corrado, entrò in quella città; perciocchè essi raccontano (Bartholom. de Neocastr. c. 3, Script. Rer. ital. vol. 13, p. i o 17) che lo sdegnato monarca molti ne avea fatti uccidere, che le lor mogli erano state condotte schiave in lontani paesi, che i principali tra’ cittadini erano stati esiliati , e che avea fatta spianare le mura e le torri della città. Egli è perciò assai probabile che lo sdegno di cui ardea Corrado contro di Napoli, il conducesse a toglierle 1 ornamento delle pubbliche scuole, e a trasportarle a Salerno, o almeno ad aprire in Salerno una nuova università che sostenuta dal suo favore oscurasse e facesse cadere in rovina quella di Napoli. Ma Corrado venne a morte lo stesso anno 1254 e perciò sembra che il suo (lise-, gno non potesse recarsi ad effetto; e l’Università di Salerno si ridusse presto alla semplice scuola di medicina. XVII. Abbiamo in fatti l’editto pubblicato a tal fine dal re Manfredi fratello e successor di Corrado, in cui dopo aver rammentate le sollecitudini di Federigo suo padre per l’Università