Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/149

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128 „ LIBRO biblioteche. La storia monastica, generalmente parlando, dopo il secolo XII non è stata finora abbastanza* illustrata; e non possiamo a meno di non dolerci che la grand’opera del P. Mabillon non oltrepassi l’anno 1157, e non sia stata da alcuno continuata. Il che se un giorno avvenisse, ci si offrirebbe forse pei monaci anche in questo argomento più ampia materia di lode. Egli è vero però, che, come le nuove religioni che sorsero in questo secolo, e principalmente i chiarissimi ordini de’ Predicatori e de’ Minori, rivolsero a sè gli sguardi di tutta l’Europa, e furono, benchè contro lor voglia, cagione che gli ordini antichi cominciassero ad essere in minore stima, perchè minore era il bisogno che di essi si avea, così i novelli ordini stessi veggendosi destinati a imitazion degli antichi ad istruire gli uomini, e a combatter gli errori e i vizii, presero ad emular nobilmente non sol le loro virtù, ma ancor l’indefesso travaglio nel fornirsi di quella scienza che a’ lor ministeri era necessariamente richiesta. Quindi, come negli scoi si secoli avean fatto i monaci, si diedero essi pure a raccoglier libri, e a formare biblioteche. Io ne recherò solo l’esempio de’ conventi di Santa Croce e di Santa Maria Novella amendue in Firenze, il primo de’ Minori, il secondo de’ Predicatori. Perciocchè quanto al primo alcuni monumenti sono stati dati alla luce dall’eruditissimo ab. Lorenzo Mehus (Vita Ambros. camald. p. 339, ec.), dai quali raccogliesi che que’ religiosi cominciarono fino da questo secolo a far raccolta di codici a vantaggio de’ lor fratelli, e conservansi ancor le