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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/150

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PRIMO IRQ memorie di coloro che ne fecero acquisto, e de’ doni ch’essi ne fecero al lor convento. E quanto al secondo ancora egli stesso nomina alcuni di que’ religiosi (ib. p. 341) che ne furon per somigliante maniera benemeriti col gittare, per così dire, i primi fondamenti della copiosa biblioteca che in esso poi si venne formando. VI. Questo è ciò solo che intorno alle biblioteche di questo secolo mi è riuscito di rinvenire. Assai più copioso argomento ci daranno esse nel secol! seguente, ove vedremo cominciare a destarsi in molti Italiani un’ardente brama di trar dalle tenebre, fra cui giacevano, tanti libri che l’ignoranza de’ secoli trapassati avea quasi fatti dimenticare. Noi dobbiamo ad essi in gran parte i progressi che dopo tali scoperte si son fatti in tutte le scienze. Ma essi ancora dovettero a’ lor maggiori il poter conseguire ciò che bramavano; perciocchè se quelli anche nel tempo della più incolta barbarie non avessero serbato pur qualche copia delle opere degli antichi autori, ogni loro sforzo in cercarne sarebbe tornato a nulla. E l’essersi per la maggior parte gli antichi libri scoperti in Italia, come a suo luogo vedremo, ci mostra che gl’italiani furon in ciò più degli altri solleciti; e che benchè più di tutti fossero travagliati ed oppressi da gravissime calamità, men di tutti però si lasciarono avvolgere in quella nube foltissima d’ignoranza da cui il mondo tutto fu per più secoli ingombrato. Tirahoschi, Voi. IV. 9