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incorsilo iy3
è spesso più chiaro assai del comento e della
sposizione che alcuni vi hanno aggiunti. Nè io
negherò già che le voci scolastiche da lui usate
non rechin talvolta ingombro e dispiacere a
chi legge; ma esse erano allora ciò che sono
al presente le espressioni geometriche ed analitiche, che da molti s’introducono per vezzo
anche nella storia e nella filosofia morale. Perchè sdegnarci con lui, s’egli ha seguiti i pregiudizii dei suo secolo , e se ancora egli ha
tenute alcune opinioni che in altra età egli
avrebbe impugnate? Ma io non debbo qui fare
l’apologia di S. Tommaso che ha già avuti difensori troppo più valorosi, i quali hanno ribattute le accuse che da alcuni gli sono state date,
e le villanie con cui da altri è stato oltraggiato,
e singolarmente dall’apostata Oudin (De Script,
eccl. vol. 3, p. 256, ec.), il qual per altro ha
assai diligentemente trattato dell’opere da lui
composte; ma un grave abbaglio ha preso trattando dell’opera di S. Tommaso intitolata de
Regimine Principum; perciocchè afferma che
non egli, ma Egidio Colonna ne è l’autore;
come se non abbiano amendue scritto su questo
argomento, e l’opera dell’uno non sia totalmente
diversa da quella dell’altro. Essi hanno ancora
esaminato ciò che concerne la condanna di alcune proposizioni attribuite a S. Tommaso fatta
1 anno 1277 da Stefano Tempier vescovo di
Parigi, che fu poi annullata l’anno 1315 da
Stefano di Borret di lui successore. Del che
parlano gli storici dell’Università di Parigi (Crevier Hist. de f Univ. de Paris, t. 2, p. 70, 288).
Tiraboschi, Voi IV. i3