Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/258

Da Wikisource.

secondo liq registrali altri libri filosofici, che alcune opere di Boezio, la Dialettica attribuita a S. Agostino, i libri di Marziano Capella, e alcuni anonimi; e questi dovean essere i soli che in tali studi servisser di norma e si leggessero nelle scuole. Ma il XIII secolo vide finalmente risorgere in qualche modo anche la filosofia e la matematica; e Aristotele, finallora dimenticato, si vide dominar nelle scuole ed occupare l’ingegno e le penne de’ più celebri professori italiani, mentre frattanto in Francia gli si facea la guerra, e come autor empio e irreligioso ei veniva gittato alle fiamme. L’esame delle vicende a cui la dottrina di questo filosofo fu soggetta, sarà, io spero, di piacevole trattenimento a chi legge, e recherà insieme non poco onore all’Italia, ove egli più che altrove ebbe coltivatori e seguaci. II. Se crediamo all’ab. Tritemio (De Script, eccl. c. 31> i; et Ill. Benedict l.2, c. 84), il primo che dopo le invasioni dei Barbari prendesse a tradurre in lingua latina e ad illustrare alcune opere di Aristotele, fu Ermanno Contratto monaco del monastero di Augia nel secolo xi, di cui egli dice che nella greca, nella latina e nell’arabica lingua era espertissimo. Ma il Muratori teme, e parmi non senza ragione (Antiq. Ital. t. 3, p. 932), che il Tritemio abbia qui esagerato alquanto. E veramente nell’elogio di Ermanno scritto da chi era con lui vissuto, e pubblicato dal medesimo Muratori (ib.pg33), si parla bensì degli altri studi di (questo monaco, ma di lingue straniere da lui apprese non si dice motto , e nulla pure ne ha l’Auonimo