Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/268

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SECONDO ^47 dotto uomo che allor vivesse, cioè su S. Tom* maso d’Aquino, e gli comandò che scrivesse comenti su’ libri di Aristotele. Tolomeo da Lucca, scrittore contemporaneo e famigliare di S. Tommaso, racconta (Hist. eccl. l. 22, c. 24) voi. x 1 Script. rer. ital.p. 1 i53) che S. Tommaso tornato da Francia in Italia l’anno 12(11, tra le cose che per ordine del pontefice Urbano IV fece in Roma, una fu questa: Tuttefratcr Thomas red.it de Parisiis ex certis caussis, et ad petitionem Urbani multa fecit et scripsit... tenens studium Romae, quasi totam philosophiam sive moralem sive naturalem exposuit., et in scriptum seu commentum redegit, sed praecipue Ethicam et Mathematicam (forse dee leggersi Metaphysicam) quodam singulari et novo modo tradendi. E quindi in altri passi ragiona (ib. l. 23, c. 11, 15) delle altre opere di Aristotele, che in somigliante maniera comentate furono da S. Tommaso. Ma a ben comentarle necessario era dapprima l’averne una fedel! traduzione; e perciò egli adoperossi, probabilmente a esortazione dello stesso pontefice, perchè nuovamente esse fosser tradotte: quorum librorum, dice Guglielino da Tocco scrittore antico della sua Vita, procuravit quod fieret nova translatio (A età SS. ad d. 7 mart. c. 4> n. 18). In questo lavoro egli occupò Guglielmo di Morbecca natio del Brabante, religioso del suo Ordine, e poscia arcivescovo di Corinto; intorno al quale veggansi i PP. Quetif ed Echard (Script. Ord. Praed. t. 1. p. 388, ec.), e il P. de Rubeis (De Gestis, etc. S. Thomae diss. 23, c. 2), i quali colla testimonianza e di antichi autori