Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/406

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SECONDO 385 Bologna, raccoglievi singolarmente dal vedere ch’egli l’anno u&7 fu scelto da’ monaci di Cantorberì a trattare innanzi al pontefice Urbano III in Verona una lor causa contro l’arcivescovo di quella chiesa, in cui egli fu vincitore, benchè avesse a suo avversario il celebre Pietro di Blois; e che un’altra causa parimente ei sostenne e vinse contro il re d’Inghilterra (ib. p. 76). Ma convien dire o che alla stima non corrispondesse il frutto, o che Pillio giovane ancora non abbastanza maturo non fosse troppo felice nella sua condotta. Certo è che dopo aver per tre anni tenuta la sua cattedra, ei trovossi aggravato dai debiti, e molestato perciò dagl’importuni suoi creditori; il che determinollo a venirsene a Modena. Udiamo come egli stesso descrive leggiadramente e con poetica immagine il fatto, recando nel volgar nostro italiano ciò ch’egli narra in latino: Mentre io era, die’egli {In Swnmam Placent. ad rubr. de Municip.), in Bologna, e a moltissimi uditori spiegava le leggi, e già da tre anni sostenea la fatica del magistero, un giorno eli io mi stava pensando a’ debiti c/i io aveva co’ miei compagni, e temeva assai le minacce e le vessazioni de’ creditori, ecco farmisi innanzi Modena, la quale sempre si compiace di amare gli studiosi delle leggi. Essa mostrando pietà delle mie angustie, con amabil sembiante così mi disse: Che fai tu qui, o giovane; perchè sei tu aggravato da sì molesti pensieri? Troppo male ciò si conviene alla tua giovinezza. Vieni anzi a me che soglio abbracciar caramente i tuoi pari; e te e i tuoi compagni io libererò da sì gravi sollecitudini. Tuuroschi, Voi. IV. a5