Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/43

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22 LIBRO autorevoli cittadini, e già avean cominciato a formarsi que' diversi dominii che si renderon poscia così ragguardevoli e forti. Molti eran dunque coloro che poteano col lor favore proteggere e fomentare le scienze, e molti di l'atto furono tra essi a cui molto dovette la letteratura italiana di questi tempi. Veggiamo ciò che di essi ci han tramandato le antiche Storie, e seguiam l’ ordine stesso che abbiamo or or divisato. II. Federigo I appena appartiene a quest’epoca; e di lui già abbiam detto abbastanza nel tomo precedente. Arrigo, che gli succedette, non lasciò all'Italia troppo gradita memoria di se medesimo e le diede bensì più pruove della sua ferocia e della sua crudeltà, ma di favore e di protezione per le lettere non diede saggio di sorta alcuna. Noi il vedremo altrove cavalcare di mezzo a due celebri giureconsulti, e ad un di essi donare quel destriero medesimo cui egli montava. Ma questo onore renduto alla giurisprudenza non ebbe origine che dal suo interesse, e dal piacere di udirsi da colui adulato. Ottone IV ancora non fece cosa per cui debba aver luogo ne’ fasti dell’italiana letteratura. Ma Federigo II, se fu all'Italia funesto pelle guerre con cui di continuo la travagliò, molto ancora giovolle pel singolar favore di cui onorò le lettere, e ne promosse lo studio. Se il luogo della nascita si può avere in conto di patria, possiam con ragione affermare che Federigo II fu italiano. Egli nacque l’anno 1 ip4 io Jesi», ove allor trovavasi la reina Costanza sua madre. Così espressamente afferma Riccardo da