Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/450

Da Wikisource.

SECONDO 439 perchè tal dignità avea egli nella chiesa della sua patria, quando diede alla luce la sua Raccolta. Egli visse, prima che fosse innalzato al vescovado, parte in Roma e parte in Bologna, come coll’autorità del Diplovatacio pruova lo stesso autore. Bernardo adunque veggendo che molti Canoni de’ Concilii e molte Lettere decretali de’ papi dopo il Decreto di Graziano eransi pubblicate, pensò di raccoglierle. Ma per render più vantaggiosa la sua fatica, ben conoscendo ch’erano sfuggite a Graziano non poche cose che nel suo Decreto avrebbe dovuto inserire, con non mediocre fatica si diè a cercarle ne’ fonti medesimi a cui avea attinto Graziano. E poichè ebbe radunato ciò onde la sua opera doveva esser composta, le diede ordine assai migliore di quello di cui Graziano aveva usato; e compartite opportunamente le leggi sotto diversi titoli. a somiglianza del Codice di Giustiniano, divisele in cinque libri. Quest’opera fu da lui pubblicata circa l’anno 1190, e con sì grande applauso fu ricevuta, che tosto nelle università s’introdusse: e come gl’interpreti di Graziano chiamavansi Decretisti, così decretalisti dicevansi quelli che spiegavan la Raccolta fatta da Bernardo. Questi non pago di tal lavoro, oltre alcune brevi chiose che fece sulle Decretali da sè raccolte, ne«fe’ ancora una Somma che fu la prima dei Diritto canonico, e che fu comunemente usata, finchè quella del cardinale d’Ostia la fece dimenticare. Bernardo sollevato poscia, non si sa precisamente in qual anno, alla sede vescovil di Faenza, fu poscia da Innocenzo III trasportato l’anno 1199 a