Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/49

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VII. Notizie di esso; suo gran favore presso Federigo li. 38 LIBRO allora esortollo a togliere tutti i vasi d’oro e d’argento ch’erano nelle chiese, e a valersene a batter moneta, e a radunare soldati, e quindi ad assalire con terribile esercito i suoi nimici. Federigo seguì il reo consiglio, che certo non era degno d’uom penitente, quale, secondo il Tritemio, era allor Pietro. Ma ei ne venne a stato sempre peggiore, per modo che finalmente nel Concilio di Lione fu solennemente deposto. Ciò intesosi dall’abate del monastero di Pietro, egli l’interrogò perchè avesse dato a Federigo sì malvagio consiglio; ed ei candidamente rispose, che appunto per trarne vendetta; sapendo ben egli che se l’imperadore l’avesse seguito, avrebbene da Dio ricevuto severo gastigo. Così il Tritemio. Or chi crederebbe che in tutto questo racconto, se sene tragga 1*accecamento di Pietro, non v’abbia ombra di verità? E nondimeno, perchè la narrazion del Tritemio ha dello strano e del romanzesco, ella è stata con piacere adottata da altri scrittori, ai’ quali sembra che tanto più debban pregiarsi i racconti, quanto più sono maravigliosi. Io spero che a’ miei lettori sarà più gradito il piacere che arreca la veduta di un vero, benchè semplice, oggetto, che quello che in noi produce l’illusione de’ sogni. VII. Pier delle Vigne adunque primieramente non fu tedesco, come il Tritemio afferma senza alcun fondamento, ma fu italiano, e nativo di Capova, come raccogliesi, oltre altri certissimi monumenti, da una lettera scritta in lode di lui, mentre ancora vivea, da un cotal Niccolò, e inserita tra le Lettere del medesimo Pietro