Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/520

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SECONDO 499 alla luce (ib. vol. 8, p. 3) ciò solo che apparteneva a’ tempi a lui più vicini, trattane la serie de’ vescovi, eli1 egli ha pubblicata interamente , perciocchè in essa è probabile che Jacopo avesse innanzi agli occhi le memorie e i cataloghi antichi della sua chiesa. XVI. Ebbe similmente i suoi storici la città di Milano, benchè un solo di essi siane venuto a luce. Una Cronaca manoscritta che cominciando dalla fondazion di Milano scende fino all’anno 1 265 , e di cui fu autore Filippo da Castelseprio, conservasi nella biblioteca del monastero di S. Ambrogio in quella città (Argel. Bibl. Mediol. t. 1 , pars 2 , p. 395); e il chiarissimo conte Giulini ne ha fatto uso frequente nell’erudite ed esattissime sue Memorie sulla storia della sua patria. Buonvicino da Riva del terzo Ordine degli Umiliati, di cui ho lungamente parlato nelle mie ricerche sugli antichi monumenti di quell’Ordine (Vet. Humil. Mommivoi. 1 j p. 197), avea egli pure l’anno 1288 scritta una Cronaca intitolata de Magnalibus Urbis Mediolanensis, di cui fanno menzione Galvano Fiamma (Script. rer. ital. voi. 1 \.p. 711) e l’autore anonimo degli antichi Annali di Milano (ib. vol. 16, p. 680. Ma la maniera con cui essi ne parlano, mi fa dubitare che questa Cronaca altro non fosse che questa descrizione medesima dello stato in cui allora trovavasi la città di Milano, eli’ essi hanno nelle Cronache loro inserita. La sola opera storica di questo secolo appartenente a Milano , che si abbia alle stampe, è il poema di F. Stefanardo da Vimercate dell’Ordine de’ Predicatori intorno