Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/597

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5"6 LIBRO Morì S. Francesco l’anno 1226, ed ei dee per ciò annoverarsi tra’ primi poeti italiani. Il celebre frate Elia, compagno e poi successore di S. Francesco, ma da lui troppo diverso, vuolsi che fosse ei pure poeta; perciocchè il Crescimbeni racconta (t. 2, par. 2, p. 11) di aver veduto un trattato manoscritto di Alchimia da lui composto, nel quale erano ancora alcuni sonetti sul medesimo argomento; ed egli stesso ne ha pubblicato uno (t. 2, p. 13). Ma essendo il suddetto codice di moderno carattere, ei dubita che qualche moderno scrittore vi abbia posta la mano; e il Quadrio crede (t 2, p. 156), e parmi a ragione, che quel trattato sia una delle consuete imposture degli alchimisti, i quali hanno spesso ardito di attribuire ad uomini illustri le lor follie, per ottenere presso gl’incauti più certa fede (*). poetici cantici, ed ha mostrato eh’egli veramente gli scrisse in prosa, e che furon poscia da qualche altro posti in lima I ’) L’opinione da me qui sostenuta che un trattato d’Alchimia attribuito al celebre F. Elia da Cortona gli sia supposto, confermasi da un codice di un somigliante trattato, che conservasi presso il suddetto P. Affò, che ha per titolo: Opusculum acutissimi celeberrimique Philosophi.Aeliae Canossae Messinensis in Arte Alchimie a r434. Nella prefazione ei si dice dell’Osservanza di S. Francesco, e al fin di essa si sottoscrive: Datum Mediolani ex Ædibus nostris jamdudum per nos redactis anno millesimo quadringentesimo trigesimo quarto, die quarta Julii: Era ter Elias Canossae Messinensis Ordinis Minorum. Non è dunque inverisimile che si sia attribuita a F. Elia da Cortona l’opera di F. Elia da Messina (scrittore non conosciuto dal Mongitore), benchè in questo codice non si trovino i sonetti indicati dal Crescimbeni.