Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/628

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TER/.» 607 Abbraeciavacca pistoiese (p.30), Pucciandone Martelli (p. 32) e Forese Donati (p. 39); e in fatti quasi di tutti questi poeti egli accenna qualche sonetto, o qualche lettera scritta al medesimo F. Guittone. Quel Farinata degli Uberti celebre capo del partito de’ Gibellini in Firenze, che abbiam nominato poc’anzi, si pone egli pure dal Crescimbeni nel numero de’ poeti (p. 37) per certi proverbii da lui detti nel Consiglio de’ Gibellini della Toscana, ove proponendosi di rovinare Firenze, si levò, dice Giovanni Villani (l. 6, c. 82), et contradisse il valente et savio cavaliere Messer Farinata degli Uberti, et propuose in una diceria i due antichi et grossi proverbii, che dicono: come Asino sape, così minuza rape; e vassi capra zoppa, se Lupo non la ’ntoppa; i quali due proverbii rimesse in uno dicendo: come asino sape, siva capra zoppa, così minuza rape. se Lupo non la ’ntoppa; recandogli poi con savie parole a esemplo et. comparazione sopra la detta proposta. Or se ciò basta ad ottenere l’onorevole appellazione di poeta, appena troverassi a cui ella si possa negare. Io non so parimente se con bastevole fondamento dal Crescimbeni si annoveri (p. \ 1) tra’ poeti di questo secolo il cardinale Attaviano o Ottaviano degli Ubaldini fiorentino, arcidiacono e procuratore della chiesa di Bologna, fatto poi cardinale da Innocenzo IV l’anno 1 a/jo, e adoperato in pubblici gravissimi affari, ne’ quali però mostrossi, più che al suo carattere non si conveniva, fautore de’ Gibellini, e morto poi non l’anno la’ ja, come scrivesi dal Giaconio e dagli altri scrittori comunemente, ma