Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/645

Da Wikisource.

6 34 LIBRO nel dì di Pentecoste, festa però in cui, oltre i canti e le danze, altro di singolare non v’era fuorchè il cambiar delle vesti che tutti fecero ad un sol segno: Factus est magnus Ludus in Prato Vallis, et omnes contractae de Padua, singulae videlicet ad unum et idem signum, vesti meri torum se novis vestibus innovarunt. Et tunc in praedicto loco de Prato dominae cum Militibus, cum Nobilibus populares, senes cum junioribus in magnis solatiis existentes, in Festo Pentecostes, et ante et post per plures dies, tantam ostendebant laetitiam, quasi onmes fcatres, omnes sodi, onmes prorsus essent unanimes, et summi amoris vinculo faederati. L’altro è all’anno 1239 (ib.p. 225), in cui Rolandino descrive I’ entrata solenne dell1 imperalor Federigo II in Padova, e ove fa menzione degli stromenti di musica con cui molti gli andarono incontro, e del carroccio che gli fu pure condotto innanzi, e delle matrone che anch’esse montate su bei destrieri vollero accrescer lustro alla pompa: Milites et pedites cum cymbalis et cytharis et instrumentorum diversis generibus, cum Carroccio copiosis divitiis et ornatibus decorato, multae quoque Dominae praestanti pulchritudine pretiosis vestibus refulgentes, sedentes in phaleratis et ambulantibus palafredis. Ma in niuno di questi passi non veggiamo alcuno indizio di azione teatrale. Lo stesso dicasi e della pompa con cui l’infelice Corradino fu accolto in Roma l’anno 1268, che ci vien descritta da Saba Malaspina (ib. p. 842); e delle solennissime feste che il re Carlo I fè celebrare in Napoli l’anno 1269, come narra il