Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/65

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44 LIBRO sia inai stato composto e pubblicato un tal libro, di che si offrirà più opportuna occasione, ove dovrò trattare di Pietro Aretino, a cui questo libro da alcuni si attribuisce. Qui mi basterà il mostrare chè nè Pier delle Vigne, nè Federigo II, come da alcuni si dice, non ne furono autori; e parmi che ciò possa mostrarsi con quell argomento medesimo di cui alcuni si son valuti ad affermarlo. Mentre Federigo vivea, corse voce ch’ egli avesse empiamente asserito tre impostori essere stati al mondo, che co loro raggiri l’avevan sedotto, Mosè, Gesù Cristo, e Maometto. In una lettera scritta da Pier delle Vigne in nome del suo padrone a tutti i prelati (l. 1, c. 31) l’imperadore si duole che Gregorio IX con tal calunnia lo avesse infamato; e in una nota dall’editore aggiunta alla medesima lettera si narra sull’autorità di un’antica Cronaca della Turingia, che il langravio di questa provincia fu in ciò l’accusatore di Federigo. E pare che tale accusa ottenesse fede; perciocchè veggiamo che il Cardinal di’Aragona fa reo Federigo di sì atroce delitto (Script. rer. ital, t. 3, par 1, p. 585); e Gregorio IX in una lettera scritta all’arcivescovo di Cantorberì, e a’ prelati di lui suffraganei!, in cui reca i motivi della scomunica da lui fulminata contro di Federigo, e ch è riferita da Matteo Paris, questo ancor esprime: Iste Re.x peslilentiae a tribus Baratatoribus, ut ejus verbis utamur, Christo Jesu, et Moyse, et Mahometo, ioti un mundum fuisse deceptum, ec. (Hist. ad an. 1239()); e lo stesso Matteo Paris afferma che di ciò correva voce: Fertur eumdem Fridericunt