Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/664

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TERZO 643 coil. 8409, 8498), e Jacopo da Benevento, di cui pur recita qualche verso, e di cui anche nella Riccardiana di Firenze (Cat. Codd. MSS. Bibl. riccard. p. 239) si hanno poesie intitolate Carmina Moralia. A qual tempo essi fiorissero, non abbiamo nè indicio nè congettura che cel dimostri. Ma il fiorire che fecer gli studi d’ogni maniera nel regno di Napoli a’ tempi di Federigo, di Manfredi e de’ lor successori, ci rende non improbabile ch’essi vivessero a questi tempi medesimi. « A’ poeti del regno di Napoli qui rammentati, deesi aggiugnere quel maestro Ruggiero di cui il Fabricio rammenta un componimento poetico scritto verso l’anno 1240, che ha per titolo: Miserabile, Carmen super destructione Regni Hungariae per Tartaros facta (Bibl. lat. med. in/’, acini, t. 6, p. 119). Dal suddetto e da più altri scrittori egli è creduto natìo dell’Ungheria e della città di Gran Varadino, di cui fu canonico. Ma la Storia Salonitana di Tommaso arcidiacono di Spalatro, che a que’ tempi viveva, pubblicata e con sue note illustrata di Giovanni Lucio (De regno Dalm, p. 367, 473, ed. Amstel. 1666), ci dimostra che questo fu natìo del ducato di Benevento, e di un luogo ivi detto Turris cepit, che fu prima cherico e cappellano del Cardinal Giovanni da Toledo, da cui venendo più volte mandato pei suoi affari in Ungheria, accadde una volta che ivi fu preso da’ Tartari, e tenuto due anni in barbara schiavitudine, della quale ei ragiona nella citata opera, e che finalmente liberatone a istanza del Cardinal medesimo , fu eletto arcivescovo di Spalatro. Ciò