Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/669

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648 I.1BR0 accennate in lode di Federigo II, morto l’anno i 25o. Inoltre l’autore si chiama Vates Euboicus, e in una nota aggiunta alla pagina stessa del codice Estense si dice: Euboici idest de Cumis in Calabria, unde nemo Poeta est propter paupcrlatem loci. Sembra dunque che fosse natio di Clima f autor di questo e degli altri epigrammi. La qual città qui dicesi con generale espressione posta nella Calabria, ma è veramente nella Campania ossia Terra di Lavoro , non molto lungi da Pozzuoli. Or se egli era di Cuma, non si può dire ch’ei fosse Eustazio , il qual si dice natìo di Matera città della Terra d’Otranto. Questa riflession medesima proverebbe eli’ ei non era Alcadino natìo di Siracusa. E quindi converrebbe dire che o niun di questi due sia l’autore de’ mentovati epigrammi, o, ciò clic è più probabile, che quel di essi che gli compose, non fosse nato nè in Siracusa, nè in Matera, ma sì in Cuma; se pure non vogliamo anzi credere che il poeta qui diasi il nome di Euboico non dalla sua patria , ma dall’argomento de’ suoi versi, cioè de’ bagni euboici, de’ quali egli cantava. Chiunque egli fosse , dall’epigramma medesimo noi raccogliamo che due altri libri in versi avea egli scritti, uno in lode di Arrigo padre di Federigo II, come sembra indicare con quelle parole: Primus habet patrios civili Marte triumphos, colle quali par che voglia accennare le guerre civili, onde quel regno a’ tempi d’Arrigo fu travagliato; altro in lode di Federigo II, da cui l’affamato poeta aspettava pietoso sovvenimento. che gli accrescesse il vigore