Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo IV, Classici italiani, 1823, IV.djvu/741

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V. Arnolfo altri. ~j’lO LIBRO dice ch’egli venuto a Firenze fondò l’anno 1218 le pile al Ponte della Carraia, e l’anno 1221 diede il disegno della chiesa di S. Salvadore e del vescovado. Somiglianti errori trovansi nel Vasari più spesso che non vorremmo in un sì illustre scrittore j e un altro notabile ne ha preso a questo luogo medesimo , ove dice che a questi tempi si fabbricarono la Certosa di Pavia e il Duomo di Milano (ivi p.), le quali fabbriche son posteriori di oltre ad un secolo. Ei narra ancora che Jacopo in Firenze fu detto comunemente Lapo , e eli’ egli, oltre più altre fabbriche di cui diè il disegno, fu il primo che prendesse a lastricare le strade, le quali primi si mattonavano; e che finalmente mandato a Monreale in Sicilia il modello d’una sepoltura per Federigo II, richiestogli dal re Manfredi, morì l’anno 1263. V. Anolfo che, come si è detto, credesi figliuol di Jacopo ossia di Lapo, ma che probabilmente non ne fu che discepolo, nato, secondo il Vasari (ivi, p. 254), l’anno 1233, avendo anche appreso il disegno da Cimabue, ma Niccolò da Pisa, e rileva altri errori, in cui gli sembra che il medesimo Vasari sia caduto. È certo che la storia delle arti e degli artisti toscani del secolo xn e del xiti è ancora intralciatissima, e che non potrà mai rischiararsi abbastanza, finché uno scrittore più erudito e più diligente di que’ che sonosi (inora avuti, prenda a ricercare con esattezza gli archivi delle diverse città della Toscana, a trarne le opportune notizie, e a combinarle con quell’ordine e con quella connessione che è 1’anima della storia. 11 suddetto P. dalla Valle e il sig. Alessandro Morrona ne han già dato felicemente l’esempio riguardo a Siena 0 a Pisa.