Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/106

Da Wikisource.

PRIMO piovano di Colloredo, che per far cosa grata al dottissimo monsig. Giovanni Girolamo Gradenigo arcivescovo di Udine, di gloriosa memoria , gli ha studiosamente raccolti, e cortesemente me gli ha trasmessi. E io mi lusingo che in molte altre città d’Italia si rinverrebbono documenti a questi somiglianti, se ne fossero diligentemente cercati gli archivi; e che ciò farebbe conoscere che que’ tempi che noi diciam barbari, e che tali erano veramente secondo alcuni riguardi, in altre cose nondimeno si conducevano in modo, che il nostro secolo cotanto colto sarebbe forse più felice di assai, se ne imitasse l’esempio». XXI. Tutti questi pubblici e privati onori. renduti agli uomini dotti nel secolo di cui seri- «,1” "il viamo, ce ne fanno concepire una sì favorevole idea , che per poco non ci auguriamo di i,rrTOD*wiesser vissuti a’ quei tempi. E io non so certamente se altra età vi fosse mai stata in addietro che vantar potesse tanti e sì splendidi mecenati. Ma il frutto che la letteratura ne colse, fu egli corrispondente al favore di cui essa godeva? Non può negarsi che in questo secolo ella non facesse assai più lieti progressi che fatto non avea in molti secoli addietro. La poesia italiana condotta ai ‘ 1 più perfetto modello; alcuni antichi scrittori tratti dalle tenebre fra cui giacevano, e richiamati a luce *, molte copiose biblioteche in diverse città d’Italia raccolte e ordinate; la lingua latina non dirò già ricondotta alla sua natia eleganza , ma tersa e ripurgata non poco zione, che anche al presente