Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/11

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X PREFAZIONE e gli uni congiunti agli altri ci faran conoscere se F opera dell’ab. de Sade sia veramente dotata di quella esattezza a cui egli par che lusinghi di averla condotta. Due prefazioni ha premesse al primo tomo l’ab.de Sade, una indirizzata agli eruditi Italiani , l’altra a’ Francesi. Io lascio in disparte la seconda, e mi trattengo sol sulla prima. In essa ei viene schierandoci innanzi tutti quegli scrittori che ci han data o la Vita, o F Elogio del Petrarca. E io gli concederò di buon grado, che ciò che ne hanno scritto parecchi autori del secolo xiv e del xv, come Domenico di Arezzo, Coluccio Salutato, Pier Paolo Vergerio il vecchio, Secco Polentone, Filippo Villani, Leonardo Aretino e Giannozzo Mannetti, sia cosa assai superficiale e digiuna. Nè è a stupirsene; poichè altra maniera non conoscevasi allora di scriver le V ite degli uomini illustri. Nel ragionarne però che fa l’ab.de Sade, non è sempre molto felice. Egli cita una lettera a lui scritta, dic’egli, dal eli. canonico Band ini (p. 8), in cui parlando della V ita che Coluccio scritta avea del Petrarca, così diceagli: Hunc Colucii libellum nondum editum, aliasque in oras emigrati lem seplem abhinc annis versavi, deploravique. Ma queste parole in primo luogo son tratte dalla Vita di Ambrogio camaldolese scritta (dall’ab.Mehus (p. 228), che assai spesso allegheremo nel corso di questo studio. E inoltre parmi ridicola la traduzione che fa l’ab. de Sade, ove quelle parole latine: alias in oras emigrantem, egli così traduce in francese: il court le monde à présent. Egli dice che ha creduto opportuno di pubblicare ne’ monumenti aggiunti alle sue Memorie l’originale latino della Vita del Petrarca scritta da Filippo Villani, poichè esso non avea ancora veduta la luce (p. 15). Ma esso era stato già inserito dall’ab. Mehus nella Vita di Ambrogio camaldolese (p. 195, ec.) stampata cinque anni innanzi ch’ei pubblicasse il primo tomo delle sue Memorie, e ben conosciuta dall’ab. de Sade che non rare volte la cita. Ei riprende Giannozzo Manetti, perchè pone il secondo viaggio a Napoli del Petrarca quattro anni dopo il primo, e dice (p. 18) eh’ ci si è ingannato di due anni; perciocchè il primo accadde nel i34i, il secondo nel i3 j{. Ma se il Mannetti ha errato, egli nel suo errore ha compagno lo