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XXXVII. E io Reggio. 136 LIBRO cattedre ancora e alla fama di cui questo Stu~ dio godeva (a). XXXVII. Copia ancor maggiore di documenti abbiamo intorno alle scuole di Reggio. E per ciò che appartiene alla legge, abbiamo una supplica degli scolari al capitano e al Comune di quella città dell’anno 1313, in cui dopo avere rappresentato ch’essi rimanevano senza alcun professore, fanno istanza che un se ne chiami e gli si assegni stipendio, perchè tenendo scuola di legge non lasci venir meno la gloria che quella città col suo studio avea finallora ottenuta. E un’altra supplica parimente abbiamo degli scolari della stessa città de’ 2 di maggio del 1315, in cui pregano il capitano e il Comune, che dovendo di colà partire per recarsi a leggere in Padova Francesco dalla Fontana, che in quell’anno leggeva il Codice, s’inviti Tommaso Cartari, che dalla stessa università era allor congedato, perchè venga a Reggio, e per un anno vi spieghi il Digesto antico collo stipendio medesimo che a Francesco era stato accordato. I quali due monumenti sono stati dati alla luce dal co. Niccola Taccoli (Mem. di Reggio, t. 3, p. 125). Nell’anno stesso i Reggiani studenti di astrologia, di filosofia naturale e di medicina fecero istanza al Comune, perchè Francesco da Frassinoro, il quale per un anno aveali già in quelle scienze istruiti, continuasse per un altro anno ancora le sue fatiche (ib. (a) Alcune più distinte notizie delle scuole modenesi di questo secolo si son poi date nella Biblioteca modenese (t. 1 , p. 53 , ec.).