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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/261

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XIII. E di Barlolommro Cu* rusio vescovo di UrlùDO. 224 LIBRO solamenle che fra l’altre cose ei ne compose una intitolata Dictionarium Divinum, ch’era in somma un Dizionario scritturale e teologico assai ampio ed esteso, e il primo di tal argomento che si vedesse. Non è certo s’ei lo conducesse a fine, benchè pur taluno affermi di averlo veduto intiero. Il Ghirardacci dice di averne veduti due volumi nel convento di S. Martino in Bologna, e che gli altri n’erano stati levati furtivamente. Questo scrittore aggiugne ch’ei fu inoltre valoroso scultore, e che nella chiesa suddetta di S. Martino ancor si veggono alcune scultore di suo lavoro. Egli ebbe ancora un fratello detto Bernardo, di cui parla il co. Mazzucchelli (ib.), avuto esso pure in conto d’uomo dottissimo. Io non so nondimeno se possa ammettersi come certo ciò che il solo Orlandi asserisce (Scritt. bologn. p. 73), ch’egli pure ottenesse la laurea nell’università di Parigi. XIII. Il medesimo onore deesi con ragione a Bartolommeo Carusio d’Urbino agostiniano, il quale dagli storici del suo Ordine (Pamphil. Chron. ad an. 1343: Gandolfi, ec.) vien detto discepolo di Agostino Trionfo d’Ancona e dottor parigino. Se però ei tenne per qualche tempo scuola in Parigi, dovette fra non molto lasciarla per trasferirsi a Bologna, ov’egli era, se crediamo al Ghirardacci (Stor. di Bol. t.2,p. 22), fino dal 1321. Ivi certo egli trovavasi al tempo di Giovanni d’Andrea celebre canonista di questo secolo, il quale in un passo citato, dopo il Panfilo, dall’Oudin (t. 3, p. 964), narrando di aver da lui ricevuta una lettera di S. Agostino,