Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/262

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SECONDO 225 che inutilmente avea ricercata altrove, lo dice Vir devotione sincerus, et fervidus diari tate, araridis sdenti a, riec minor facundia Frater Bartholomaeus de Urbino Ordinis Ere mi tarimi, qui Augustinianum composuit, per quod dic to rum Jugus tini cupido s in singulis male ri is copiosos jecit. Quest’opera intitolata Milleloquium S. Augustini era stata già incominciata dal Trionfo, come altrove abbiam detto (t. 4, ep. 117), e fu poi compita da Bartolommeo. Ei n’ebbe in premio dal pontefice Clemente VI il vescovado d’Urbino sua patria, e insieme ebbe il comando di fare un’opera somigliante intorno a S. Ambrogio. Di ciò abbiamo una certa testimonianza nella lettera che il Petrarca gli scrisse, e ch’io recherò qui in parte tradotta nella volgar nostra lingua, anche perchè contiene un onorevole elogio di questo teologo (Famil. l. 8, ep. 6): L opera da te pubblicata, in cui hai raccolti e disposti per ordine alfabetico i detti di S. Agostino, come alla tua profession conveniva, è cosa di maggior fatica che gloria. Nel che però io lodo il tuo consiglio, che potendo, come ben credo, far cose maggiori. hai voluto intraprendere un lavoro di pubblica utilità. L’esito ha corrisposto a’ tuoi voti; 1 9 e il successo ne è stato felice. Perciocchè il sommo pontefice Clemente VI uomo letteratissimo, occupatissimo e bramoso perciò al sommo di tai coni pendìi, avendo approvato il tuo lavoro , ti ha fatto vescovo della tua patria, e ti ha confortato a sperar cose maggiori, benchè la tua modestia e la tua umiltà congiunta alF amor della patria non ti permetterà, io credo, Tiraboschi, Voi V. i5