Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/359

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3a2 LIBRO die per non togliergli punto della natia sincerità, vuolsi qui riferire nella stessa antica lingua francese in cui è scritto: Cestuide Paganica estoit a merveilles expers és jugement particuliers; car de son temps il n’étoit ne meurtrier, ne larron, ne malfaitteur, qui se peust abscondre9 ne larcin, ne traictè, qui se peust devant ses jugments ne deffendre. Cestui descouvrit, et devoila plusieurs grans empoissoneurs en France, qui avole,nt intoxiquè plusieurs grans personnages , et calcullà de nouvel les estoiles fixes, ou il print moult grand labeur. Qual grave danno han recato al mondo que’ dotti che col deridere l1 astrologia giudiciaria hanno insieme con essa sbandito il sì gran vantaggio che ne veniva! F. Niccolò di Paganica era domenicano, e i PP. Quetif ed Echard, sulla fede del Tommasini, ne rammentano un1 opera ms. (Script. Ord. Praed. t. 1: p. 570) da lui composta l1 anno 133o, e intitolata Compendium Astrologiae, che è forse la stessa che nel Catalogo della Biblioteca di S. Marco in Venezia s’intitola: Tractatus Astrologiae Medicinalis# (t. 2, p. 214). Lo stesso Simon di Fares nomina ancora Marco da Genova; e dice che egli abitò parte in Parigi, parte in Anversa, che predisse al re Carlo VI la segnalata vittoria ch’egli avrebbe riportata sopra i Fiamminghi a Rosebecq l’an 1382, e la morte di Edoardo III, re d’Inghilterra, accaduta fanno A questi astrologi italiani che vennero in Francia a far pompa del loro profondo sapere, poteva Simon di Phares aggiugnere ancora Ugo di Città di Castello, dominicano, di cui dicono i suddetti