Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/476

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SECONDO 439 concorrere gran numero di scolari (a). Ciò ci dimostra quanto grand’uomo egli fosse, e qual conto se ne facesse in tutta l’Italia. Ma ciò meglio ancor si raccoglie da un onorevolissimo memoriale presentato dall’università di Bologna al Consiglio della città l’anno i32i , che è stato pubblicato dal Ghirardacci (ivi, t. 2, p. 10) e ch’io recherò qui in parte tradotto in italiano, anche perchè ci scuopre più altre notizie intorno a questo celebre giureconsulto, di cui poco esattamente ha parlato il Panciroli: Essendo (a) Assai più esatte notizie ci ha date di questo illustre giureconsulto il sig. conte Fantuzzi (Scritt. bologn. t. 2. p. 44) , colle quali ciò che qui ne abbiam detto, si può correggere e migliorare. Il Belvisio portossi alla corte del re Carlo II verso la fine dello stesso anno 1297 in Aix, ove allora ei ti ovavasi, e ivi a’ 9 di novembre ricevette la laurea; e indi passò poscia con lui a Napoli, ove, come ha osservato anche l’Origlia (Stor. dello Stud. di Nap. t. 1, p. 169), egli spiegò il Diritto civile e gli Usi feudali, coll’anno salario di 300 fiorini; fu anche dal re nominato suo consigliere e giudice delle appellazioni criminali, accrescendogli di dieci once d oro l’annuale stipendio. Tornò a Bologna nel 1304 e non senza grave difficoltà ottenne di ricevere ivi ancora l’onor della laurea. I tumulti della città costrinsero il Belviso a nuovamente partire nel 1306 , e allora andossene a Padova , donde poi fu richiamato a Bologna nel 1307. Ma ei non volle tornarvi; e crede il conte Fantuzzi che allora ei passasse a Siena, e per qualche anno vi occupasse la cattedra di giurisprudenza. Tentarono nuovamente i Bolognesi di riavere il Belviso nel 1311 , ma anche allora senza effetto; e pare che allora ei tornasse alla corte di Napoli e vi stesse fino circa al 1316, nel qual tempo ei passò a Perugia, e di là poscia nel 1321 a Bologna, nel modo che si è detto.