Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/496

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SECONDO 459 pili ne furono ivi onorate l’esequie (l.citp. 43) (*). Jji Cino abbiamo il già mentovato voluminoso Comento su’ primi nove libri del Codice, stampato in Francfort nel i 5*j8 , oltre qualche altro più breve trattato che si rammenta dall’ab. Zaccaria. La testimonianza onorevole che agli scritti di Cino rendeva il celebre Bartolo, il quale per testimonianza di Baldo, citato dal panciroli, soleva dire di averne profittato non poco, basta a farci conoscere quanto essi fosser pregiati. Guglielmo da Pastrengo, scrittore di questo secolo, chiama i suoi Comenti sul Codice opera utilissima a’ professori De Orig. Rer. p. 22, ed. Ven. 1547). Alcuni canonisti però, citati dal Panciroli, ne han favellato con biasimo e con disprezzo; ma ciò dee attribuirsi, come riflette il medesimo autore, alle ingiuriose espressioni con cui di essi e della loro scienza egli era solito a ragionarne. Di lui dovrem di nuovo parlare più brevemente, ove tratteremo de’ poeti italiani di questa età, tra’ quali pure, come già abbiamo accennato, ei non ha l’ultimo luogo (a). (*) OrtAvino Grazio 1 in un suo opuscolo da noi altrove rammentato (r. 6, par. 1) , alleluia die Cioo in u’i in Germania. Ma ei ci permetterà di non crederglielo , finche non ne rechi le pruove. (a) Un altro Cino, giureconsulto egli pure, non pistojese ma di Castiglione Aretino, visse poco dopo i tempi del celebre Cino. Egli è nominato in un documento del 1352, prodotto dal dottissimo p. de Rubeis (Monum. Eccl. Aquil. col. q 1 ^) , come consigliere del patriarca d7 Aquileia , e in nn altro de’: 26 di ottobre del 1356, prodotto di fresco nella Causa della Ch.csa