Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 1, Classici Italiani, 1823, V.djvu/539

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502 libro di patria , è abbastanza palese al riflettere a ciò che abbiam detto del suo padre Riccardo, e del suo cugino Roberto. Ciò non ostante, il Borsetti, citando 1’autorità d’alcuni scrittori reggiani , vuole eli’ ei fosse natio di Reggio (Hist. Gymn. ferrar, t 2 , p. 4 , ec.). Ma con quai pruove? Lasciamo star la Matricola dei Dottori di Reggio, in cui egli è registrato; imperciocchè rimane a cercare di qual antichità essa sia, e se tutti quelli che in essa son registrati , sien reggiani di patria; e lasciamo stare non meno la tradizione ch’ei dice esservene in Reggio , tradizione però, di cui non ebbe notizia il Panciroli, benchè reggiano, che sulla patria di Bartolommeo non muove alcun dubbio (c% 78). L1 unico argomento che sembra aver forza a conchiudere in favor de’ Reggiani, sono alcune parole che si trovano ne’ Comenti di Bartolommeo sull’ottavo libro del Codice; ed ecco quali esse sono: Et scias quia hic non potui interesse ad scribendum, quia fui ad videndum quosdam libros , quos magnificus Dominus Otto de Tertiis, Tizani, ac Castronovi Tertiorum Comes, et Rheginae Civitatis patriae meae Dominus ec. fecit portare in duabus castellatis, quos lucratus fuerat in familia sua in stipendiis suis viriliter, de quibus nullum emi: 1406 die 16 Junii, in quo Eclipsis solis fuit ab hora nona usque ad duodecimam et ultra (in l. Sancimus , c. de Donat, in fin.). Se queste parole fossero veramente di Bartolommeo, la quistione sarebbe decisa a favor de’ Reggiani. Ma a chi mai può cadere in mente ch’ei le scrivesse? Che hanno a fare colai