Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/103

Da Wikisource.

SECONDO 607 giorni dal chiarissimo Muratori (Script rer. ital. vol 9, p. 467, e poscia di nuovo in Firenze l’an 1728, nella prefazione della qual ristampa si recano le ragioni per cui non erasi ancora pensato a pubblicarla. Ei parla più volte di se medesimo nella sua Cronaca, e primieramente alTanno 1282 (ibp. 47o), ove narrandola prepotenza , di cui cominciavano i Guelfi ad usare in Firenze, dice che per opporsi loro si raunarono insieme sei cittadini Popolani, frd quali io Dino Compagni fui, che per giova* nezza non conosceva le pene delle Leggi, ma la purità deW animo , e la cagione, che la Città venia in mutamento. Parlai sopracciò, e fan io andammo convertendo Cittadini, ec. Il Muratori congettura ch’egli allora contasse venti, o venticinque anni di età; ma a me sembra difficile che un giovane di sì pochi anni potesse aver bastevole autorità per farsi in certo modo capo di una sollevazione popolare, e per arringarei cittadini in sì importante occasione. E la giovanezza di Dino si può a mio parere stendere ancora fin oltre a trent’anni. L’anno 1289 egli era un de’ priori (ib. p. 4t2)> e l’anno 1293 gonfaloniere di giustizia (ib. p. 4;5), npl qual anno scoprì una congiura ordita contro Giano della Bella (ib. p. 47^)? e adoperossi, ma con esito non pienamente felice, ad opprimerla. L’anno 1301 egli era di nuovo un de’ priori (ib. p. 488), e più altre volte ci parla delle cose da sè operate (ib. p. 482 , 484? 492 7 494, 496 ec- Un uomo che sì gran parte ebbe ne’ fatti ch’egli racconta, era troppo opportuno a darci una esatta e fedele storia de’ tempi