Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/114

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XVIII. Slorin reDesùmi: An> tlrra Dandolo: notizie della sua vi* la. 6l8 LIBRO codice, da ser Gorello di Ranieri di Jacopo Sini gardi d’Arezzo; gli Annali della stessa città dal 1192 fino al 1343, scritti in questo secolo medesimo da incerto autore (ib. vol. 24? p. 853), e la Cronaca Pisana dal 1089 fino al 1389 (ib. vol. 15, p.973), che sembra scritta in questo secol medesimo, e le Storie pistoiesi scritte da anonimo autore contemporaneo, dall’anno 1300 fino al 1348 (ib. vol 11y p. 359); intorno alle quali Storie e a’ loro autori veggansi le prefazioni dell’eruditissimo editore. Finalmente deesi qui ancora accennare il poema latino pubblicato dal medesimo Muratori (ib. p. 289), e da lui a ragione detto Caliginoso > che ha per titolo de Praeliis Tusciae scritto in questo secolo da F. Rainieri Granchi, o, come altri dicono, Grachia domenicano, che contiene singolarmente la Storia di Pisa fino al 1342. Il Muratori inclina a credere ch’ei sia quel medesimo Rainieri da Pisa autore della Panteologia, di cui abbiamo altrove parlato; intorno a che non credo che cosa alcuna si possa accertare. Ma nella gran copia di storici che questo secolo ci offre, noi non possiam trattenerci a parlare stesamente di tutti, e dobbiamo restringerci a fare particolari ricerche di quei soli che per la fama, a cui giunsero, ne son più degni. XVIII. La città di Venezia è la sola, fra le italiane , come osserva il chiarissimo Apostolo Zeno (Note al Fontan. t. 2, p. 237), che possa gareggiar con Firenze in numero e in isceltezza di storici. E il primo di essi, non inferiore ad alcuno pel merito della sua Storia, e superiore