Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/132

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036 LIBRO In lai impiego continuò Albertino fino all1 età di circa trentacinque anni; e tal fama con esso ottenne , che allora , cioè verso f anno 1296; fatto cavaliere, ebbe luogo nel pubblico Consiglio. Nostra per ambages aetas me transtulit illas , Integra dum septem vix mihi lustra forent; His raptus , jam factus Eques loca celsa Senatus Sortitus , me sic sorte ferente , fui. Prosiegue quindi ad accennare generalmente le diverse vicende a cui era stato soggetto, or accolto fra mille plausi dal popolo, or dal popolo stesso furiosamente odiato, accetto alle corti de’ grandi, soldato nel campo e ferito in battaglia, e venuto innanzi al sommo pontefice e all1 imperatore. Saepe fluens in me populi gaudentis abunde Ingruit impensus trans mea vota favor: Saepe ruens in me populi clamantis inique Invaluit properans in mea damna furor. Dilexi Proceres , et eis solertior haesi; His propior multa sedulitate fui. Perque feras acies ivi , et violentior hostis Intulit insignes per mea membra notas. Vidi supremos apices, fastigia mundi, Ponteficem excelsum , Caesareumque virum. Ma convien vedere partitamente quai fossero queste vicende di Albertino, quelle almeno di cui troviam nelle storie menzione espressa. XXVI. L’anno 1311 è il primo in cui trovi am Albertino adoperato ne’ pubblici affari. Quando Arrigo VII nel gennajo di quell’anno ricevette solennemente in Milano la corona di