Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/144

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648 LIBRO egregio lo stile (l. cit)..Ne parla ancora con molta lode Pier Paolo Vergerio il vecchio (Vit Princip. Carrar. Vol. 16 Script Rer. ital. p. 114)z e sol ne riprende F odio che mostra contro dei Carraresi. Michele Savonarola non teme di dire (l cit) che ei sembra un altro Livio nella eloquenza. E certamente, benchè lo stil del Mussato si risenta non poco della rozzezza de’ tempi ne’ quali scriveva, egli ha nondimeno una forza e un’eloquenza tutta sua propria, alla quale se si congiungesse un’espression più elegante e qualche maggior precisione, ei dovrebbe aver luogo tra gli storici più rinomati. Molte poesie ancora, oltre i tre accennati libri, abbiam del Mussato. Ma di esse ci riserbiamo a trattare ove ragioneremo de’ poeti latini di questa età. XXXI. Entrarono nel campo stesso, corso già da Albertino , Guglielmo Cortusio e poscia Allori ghetto di lui parente, e forse nipote. Essi ripreser la Storia da più alto principio, cioè dal i2ò~j • ed essendo vissuti più anni dopo il Mussato, la condussero fino al 1358. Essa non ha i pregi che abbiam veduto doversi riconoscer nell1 altra, e il Vergerlo stesso confessa (l. cit) che è scritta senza alcun ornamento. La sola sposizion de’ fatti però scritta da autori contemporanei, quali essi furono , basta a renderla assai pregevole. Di Guglielmo non abbiamo altra notizia, se non quella che egli stesso ci dà, che l’an 1336 egli era giudice di Padova sua patria (l. 6, c. 1). Di Albrighetto (se pure ei non è un altro dello stesso nome) troviam menzione in un diploma di Carlo IV (Script