Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/146

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650 LIBRO sempre i consigli di Galeazzo che il persuase a voler vivere in pace co’ Veneziani (ib. 889): ei non avrebbe perduta la signoria insieme e la vita F anno dopo la morte di Galeazzo. Di Andrea non sappiamo quando morisse; e probabilmente ei sopravvisse più anni al padre. Ei però non si volle inoltrar nella Storia dal padre suo cominciata all’anno 1311, se non fino allo sterminio de’ Carraresi, cioè all’anno suddetto 1406. Qual parte debbansi al padre in questa Storia, e quale al figlio, veggasi presso il Muratori che prima d’ogni altro F ha pubblicata. Io avvertirò solo ch’ella è la più ampia e la più esatta che abbiamo intorno alle geste de’ Carraresi, scritta in lingua volgare e con maggior eleganza che a questi tempi non si usasse comunemente, e senza quello spirito di partito da cui facilmente si lascian sedurre anche i più valorosi scrittori. XXXII. Vicenza ancora ebbe un eccellente storico nel suo Ferreto. Egli scrisse le cose in Italia e singolarmente nella sua patria avvenute dal 1250 fino al 1318, benchè il veder mancante di finimento la sua Storia ci faccia nascer sospetto che più oltre ancora la continuasse , come certamente visse più oltre. Il Muratori , che è stato il primo a darla in luce (Script. rer. ital. vol. 9, p. 935), ha raccolte quelle poche notizie che di questo storico ha potuto rinvenire, le quali in somma riduconsi a fissarne a un dipresso la nascita circa l’an 1296, e ad accertare ch’ei prese a scriver la Storia dopo l’an 1330; perciocchè nella prefazione ei ragiona della morte di Albertino