Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/149

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SECONDO 653 (Mommi. Feci. A quii. Appenil p. 44; ce.), presso cui, come anche presso Apostolo Zeno (l)Lss. Voss. 11, p. 30) e il mentovato sig. Liruti (l. cit. p% 302), si potranno trovare intorno a questa Storia le più esatte notizie. WA1II Nè minor numero di storici ebbero le altre città d’Italia, benchè, a dir vero, le opere loro sieno una semplice compilazione di fatti, priva di quegli ornamenti che veggiam con piacere in alcuni degli storici sopraccitati. Alcuni ne ebbe Modena, cioè Bonifacio Morano, la cui Cronaca latina dal 1306 al 1342 ha pubblicata il Muratori (ib. vol. 11, p. 89), il quale ancora ha prodotta la lapida sepolcrale che conservasi nella chiesa di S. Francesco, da cui si pruova di’ ei mori nel 1349), benchè il Muratori medesimo sembri dubitare alquanto dell’antichità di tal lapida. Egli ha ancor pubblicati gli Annali antichi de’ Modenesi (ib. p. 49), scritti pure in latino, dal 1131 fino al 1336, ai quali altri scrittori posteriori hanno poscia aggiunte altre cose.Fra essi troviamo che all’anno i3(ia vi pose la mano Pietro Tassoni, poichè al detto anno, parlando di una fierissima pestilenza che afflisse Modena, così lasciò scritto: Et ego Petrus Taxonus recessi de mense Julii9 et de mense Novembris reversus sum Muti nani, et inveni totam meam fami lia/n obiisse (ib. p. 82). Finalmente da lui abbiam ricevuta un’altra Cronaca latina di questa città.medesima, dal 1002 sino al 1363, scritta da Giovanni da Bazzano che vivea in questo secolo stesso (ib. vol 15, p. 551). Aggiungasi la Cronaca di Reggio, composta prima da Sagacio da Gazzata reggiano