Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/150

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G54 libro fino all’anno x353, e continuata poscia da Pietro, di lui pronipote e monaco di S. Benedetto, fino al 1388, poichè più oltre non si estende ciò che ne abbiamo alle stampe; della qual Cronaca e degli autori di essa, leggasi la prefazione delf immortal Muratori che ne ha dati in luce que’ frammenti che si son potuti trovare (vol. 18,p. 1). Io aggiugnerò solamente ciò ch’ei non ha avvertito, cioè che in questa Cronaca ebbe parte ancora Sagacio dei Levalosi, perciocchè all’anno 1303 così si legge (ib.p. 16): Hic incepit D. Sachazinus de Levalosiis scribere gesta Lombardiae, qui fuit pater Albertini Abbatis secundi.... Filias vero habuit Dominam Flandinam uxorem Domini Johannini de Albin... ex qua nata est mater mea.... Vixit annos LXXXV et filios filiarum suarum vidit, et frater meus et ego ex illisfiiimus, qui jam tempore sue mortis eramus xx annorum et ultra. L’ab. Albertino, che qui si nomina, fu quegli, come provasi dal Muratori nella prefazione accennata, che l’an 1348 ricevè nel suo monastero di Reggio Pietro da Gazzata. Ma perciò appunto queste parole cagionano oscurità e imbarazzo, sicchè non si può ben accertare quali e quanti fosser gli autori di questa Cronaca , nè abbiamo lumi che bastino a stabilirne cosa alcuna con sicurezza (a). XXXIV. Due Storie abbiamo ancora di Parma, una in latino intitolata Chronicon Parmense, (a) Di tutti questi cronisti modenesi e reggiani abbiamo più diffusamente parlato ne’ loro articoli inseriti nella Biblioteca modenese.