Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/198

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703 LIBRO t 2, par. i, p. 170) e il Quadrio (Stor. della Poes. t. 2, p. 138) parlano di Beltramo della Torre, di cui nel codice Vaticano, altre volte da noi mentovato , si conservano alcune poesie provenzali; ma non è certo che ei fosse italiano, nè vi ha monumento a provarlo. « Il Nostradamus e, sulla fede di esso, l’ab. Millot (Crescimb. l cit. p. 170; Quadr. l. cit. p. 144) ragionano di Guglielmo Boyer da Nizza che servì a’ re di Napoli Carlo II e Roberto, per essi fu podestà nella sua patria, e morì verso il 13557 e gli attribuiscono alcuni trattati di Storia naturale scritti in lingua provenzale , ma ora tutti smarriti^. Il Crescimbeni e il Quadrio ci narrano ancora , sulla fede del Nostradamus , le avventure di un certo Lodovico Lascaris signore di Ventimiglia , di Tenda e di Briga , che dicesi pure avere scritti in tal lingua alcuni libri (t. 3, p. 272). Ma tutto ciò che essi ne narrano , è appoggiato all’autorità del Nostradamus, la quale già abbiam veduto, e vedremo ancor meglio , quanto sia degna di fede (*). Dante Alighieri e Fazio degli Uberti ci lasciarono essi pur qualche saggio di poesia provenzale, ma di essi parleremo nel capo seguente. Io mi fermerò solamente a esaminare la Vita che il Nostradamus, e dopo lui il Crescimbeni (l. cit. p. 177) e il Quadrio (l. cit p. 145 e il Baldinucci (*) Un saggio di poesia provenzale abbiamo ancora nel poema della Lenndreide, da me nominato in questo tomo medesimo, in cui il canto ottavo del libro quarto è scritto in quella lingua, e in esso, come si dice nell’argomento, introducittir Ernaldus de Provincia ad nomìnandum suos Provinciale $ Doctorcs.