Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/274

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778 LIBRO /. i, cp. 3). E frutto di questo osservar diligentemente ogni cosa fu il confessar ch’ei fece che, benchè molte cose magnifiche avesse altrove vedute, non vergogna vasi però di esser nato in Italia; oche anzi questa tanto più sembravagli bella e ammirabile, quanto più lungamente viaggiava (ib.). Soggiornava frattanto il pontefice Giovanni XXII in Avignone; e alcuni autori italiani, come il Muratori e Luigi Bandini nelle lor Vite del Petrarca, affermano che questo pontefice il fece suo segretario e lo adoperò in gravi affari. L’ab. de Sade il riprende con ragione d’errore (t 1, p. 255); ma ei poteva aggiugnere che in tale errore non è caduto il Beccadeìli che è il più esatto e il più giudizioso scrittore della Vita di questo poeta. XXV. Morto Giovanni l’anno 1334? ed eletto a succedergli il Cardinal Jacopo Fournier, che prese il nome di Benedetto XII (a), il Petrarca cominciò in questa occasione a fare ciò che usò poscia frequentemente, cioè a rivolgersi or co’ suoi versi, or colle sue lettere a’ pontefici , agl’imperadori e ad altri sovrani, e a (a) Io non reputo degno di seria confutazione lo scandaloso romanzo che Francesco Filelfo ebbe V impudenza di pubblicare nel suo comento sulle Rime del Petrarca, stampato in Milano l’anno 14^)4 ^ ove» c°orientando la canzone Alai non i/o’ più cantar, ec. , descrive gli amori di Benedetto XII con Selvaggia pretesa sorella dello stesso Petrarca, fomentati dal eomun fratello Gherardo. Se ne può vedere la descrizione presso P ab. de Sade (Aleni, pour la vie de Petr. 1. 2. p. 67), il quale osserva che anche il Chnufepic ha rigettala questa favola da altri autori protestanti troppo facilmente adottata.