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782 libro
Ma in mezzo alla solitudine ancora le sue fiamme
faceansi sempre più ardenti. Io soleva, scrive
egli a un suo amico (Famil l 8, ep. 3), ritirarnii nell età mia giovanile a Valchiusa, sperando di mitigare fra quelle fresche ombre l’ardore di cui tu ben sai che per molti anni sono
stato compreso. Ma oimè! che gli stessi rimedii
mi si volgevano a danno. Il fuoco eh* io uvea
meco recato, ivi ancor si accendeva , e non
essendovi in sì solitario deserto chi m aiutasse
ad estinguerlo, faceasi sempre più impetuoso.
Quindi a sfogarlo io andava riempiendo di
pietosi lamenti, i quali però ad alcuni sembravan dolci} le valli e ’l cielo. Quindi ne vennero le mie giovanili poesie volgari, delle quali
ora pruovo pentimento e rossore, ma che pur
sono accettissime a coloro i quali dallo stesso
male sono compresi. La vicinanza di Cavaillon,
piccola città lontana due leghe da Valchiusa e
quattro da Avignone , gli diè occasione di conoscere Filippo di Cabassole che n1 era vescovo , e con cui poscia tenne frequente commercio di lettere; ma non vi è pruova, come
avverte T ab. de Sade (t. 1, p. 365), di ciò
che il Muratori ha asserito, che in quella chiesa
avesse il Petrarca un canonicato. « Ben ne ebbe
uno in Lombes, per opera probabilmente del
vescovo Giacomo Colonna suo amico, e ne fa
menzione egli stesso in una delle sue lettere
(Fornii. l. 4? ep. 6) ». Non era però egli sì
attaccato alla sua solitudine che non tornasse
di tanto in tanto ad Avignone, e non vi si
trattenesse or più or meno; e appunto in una
delle sue dimore in questa città ei si valse,