Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/299

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TERZO 8o3 uri Olimpiade, e comincio V ultimo anno et un lustro.... La bontà che tutti qui hanno per me, mi stringe a Milano per modo che io ne amo perfino le case, la terra } l’aria e le mura 9 per non dir nulla de’ conoscenti e degli amici. Abito in un angolo assai ri moto dalla città verso ponente. Uri antica divozione conduce tutte le domeniche il popolo alla chiesa di S. Ambrogio, a cui sono vicino: negli altri giorni egli è un deserto. Molti cri io conosco, o che desideran di conoscermi, minaccian di venirmi a vedere; ma o rattenuti dai! loro affari , o atterriti dalla distanza, non vengono. Ecco quanti vantaggi io raccolgo dallo starmene presso questo gran Santo. Egli mi consola colla sua presenza, ottiene all anima mia i favori dal Cielo, e mi risparmia non leggiera noja Quando esco di casa o per soddisfare a’! miei doveri col sovrano, o per altro motivo di convenienza, il che accade di raro, io saluto tutti a destra ed a sinistra con un semplice piegar di capo, senza parlare e senza trattenermi con chicchessia. La fortuna non ha recato alcun cambiamento al mio cibo e al mio sonno, che voi ben sapete quel è; anzi ogni giorno ne scemo parte, e fra poco non rimarrà più che scemare, Io non istò a letto che per dormire, purchè non sia infermo.... appena svegliato ne balzo fuori, e passo nella mia biblioteca , e questo passaggio segue di mezza notte, trattone quando le notti sono troppo brevi, e quando ho dovuto vegliare. Alla natura concedo solo ciò cri ella vuole imperiosamente, e ciò che non le si può ricusare. Il cibo, il