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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/300

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So/* LI UIIO sonno, il sollievo variano secondo i tempi ed i luoghi. Amo il riposo e la solitudine; ma cogli amici sembro un ciarlone, forse perchè gli veggo rare volte; ma col parlare di un giorno compenso il silenzio di un anno.... Pel tempo di state ho presa ud assai delie iosa casa di campagna presso Milano, ove l aria è purissima7 e ove ora mi trovo. Meno qui! l’ordinaria mia vita; se non che vi sono ancora più libero e più lontano dalle noje della città. Nulla mi manca, e i contadini mi portano a gara frutta, pesci, anatre e selvatici d ogni genere. Havvi non lungi una bella Certosa fabbricata di fresco 7 ove io trovo ad ogni ora del giorno quegli innocenti piaceri che può offerire la religione. Io volea quasi alloggiarmi dentro del chiostro; que’ buoni Religiosi vi consentivano 7 e parean anche bramarlo; ma ho creduto miglior consiglio lo stanziarmi non lungi da essi7 sicchè potessi assistere ai santi loro esercizj La lor porta mi è sempre aperta; privilegio ad assai pochi concesso.... Voi volete sapere ancora lo stato di mia fortuna f e se dobbiate credere alle voci che si spargono, delle mie ricchezze. Eccovi la pura verità. Le mie rendite sono cresciute, il confesso; ma la spesa ancora a proporzione è cresciuta. Voi mi conoscete: io non sono mai stato nè più povero nè più ricco. Le ricchezze col moltiplicare i bisogni e i desiderii riducono a povertà. Ma io finora ho sperimentato il contrario. Quanto più ho avuto, tanto meno ho bramato: V abbondanza mi ha renduto più tranquillo e più moderato ne miei desuleriL Ciò non ostante