Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/364

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868 LIBRO Eubblicato il Gilio dopo la sua Logica poetica; Lisabetta Trebbani ascolana, moglie di Paolo Grisanti, e donna che dicesi avvezza a trattar ugualmente la cetra e le armi, e di cui il Crescimbeni ha pubblicato un sonetto (Comment t. 3, p. 132) che dicesi estratto dall9 archivio del duomo d’Ascoli; Giustina Levi Perotti , della qual dicesi che inviasse un sonetto al Petrarca, pubblicato dal Tommasini (Petr. rediv.). a cui il poeta rispondesse con quello che comincia: La gola e ’l sonno e ’l oziose piume (V. Meni, pour la vie de Petr. t. 1, p. 189), il qual per altro dal Gilio dicesi indirizzato a Ortensia da Fabbriano , e da altri ad altri, Io non contrasterò a queste donne il titolo di poetesse; ma vorrei che un tal onore fosse lor confermato dalla testimonianza di scrittori e di poeti contemporanei. Una donna che facesse de’ versi, dovea allora sembrare un prodigio; e dovea perciò risvegliare in molti la brama di tramandarne il nome alla posterità. Or io non trovo che di alcuna di queste donne sinor nominate si faccia menzione da alcuno degli scrittori che visser con loro, e non posso perciò a meno di non dubitare che P alloro poetico non sia troppo ben fermo sulla lor fronte. Le Rime amorose di Cino da Pistoja sono comunemente indirizzate a una cotal Selvaggia che dal Quadrio t. 2, p. 176) e da altri dicesi essere Ricciarda de’ Selvaggi, ma negli Elogi degli illustri Toscani vien detta Selvaggia Vergiolesi (t, 2, elog. 3). Or fra le Rime di Cino abbiamo ancora un sonetto di Selvaggia. Ma sarebbe egli per avventura questo sonetto come que’ che